CONVEGNO
"IL CANCRO. L'UOMO E LA SCIENZA.
LE RAGIONI DELLO SPIRITO...
E QUELLE DEL CORPO..."
Introduzione al convegno del 21.01.2001
Saluto tutti cordialmente e vi ringrazio per aver accolto l’invito a questo appuntamento che vuole affrontare un tema sicuramente difficile e doloroso ma non per questo meno frequente nella vita di tutti noi, sia direttamente che indirettamente.
L’Associazione Echèo, associazione culturale, si propone di dare voce a chi voce non ne ha per varie ragioni.
Già nel 2008 l’associazione appena costituita si è occupata della questione “Sindrome dei Balcani” ovvero dei numerosi casi di giovani militari colpiti da patologie tumorali, legate all’uso dell’uranio impoverito, durante le missioni militari nel Kosovo. In tale circostanza l’associazione ha organizzato un convegno dal titolo “Angeli senza gloria…dimenticati dall’indifferenza”.
Nel 2009 l’associazione ha rilanciato il proprio interesse verso i malati oncologici volendo costituire e diventare l’anello mancante tra le persone malate e le istituzioni e diventando quindi una sorte di Osservatorio Civico e luogo di ascolto per i pazienti oncologici. In quest’ottica è stata svolta con una certa continuità un’attività di divulgazione a mezzo stampa e siti web locali di notizie inerenti novità sui servizi offerti dal servizio sanitario ai pazienti oncologici, come quello del trasporto assistito gratuito a tali pazienti e di informazioni sulla prevenzione.
Già da due anni, inoltre, l’associazione partecipa attivamente all’incontro liturgico pre-natalizio con il Vescovo S.E. Pietro Maria Fragnelli presso il reparto di Oncologia di Castellaneta. Si tratta di un momento particolarmente toccante in cui sperimentiamo quella vera comunione che va al di là di ogni barriera.
Stasera ci ritroviamo a continuare questo nostro cammino, ponendo l’attenzione sul malessere che il cancro provoca non solo nel corpo ma anche nello spirito. Ad ammalarsi è l’intera persona.
Qualunque malattia crea nella persona una condizione di disagio e di sofferenza.
Quando poi la patologia è particolarmente grave la sofferenza che ne deriva è tale da impedirti di accettare la malattia stessa e di convivere con essa.
Il cancro è proprio così, quando ti viene diagnosticato, ammesso che ti venga comunicato nel modo meno traumatico possibile, ti lascia stordito ed interdetto , non riesci a realizzare se la cosa possa riguardare veramente te stesso perche ne hai sempre sentito parlare per gli altri.
Successivamente, al di là delle solite frasi che moltissimi si ripetono:
“Perché proprio a me?”
“Che male ho fatto per meritarmi questo?”
“Forse è una punizione?”
Entri in un vortice di avvenimenti ed emozioni diverse: interventi chirurgici, visite, terapie, angoscia, preoccupazione, tensione, paura di soffrire, paura di morire,…speranza. E questo uragano che ti travolge non ti lascia il tempo di pensare e metabolizzare quanto ti sta accadendo.
In tutto questo come malato, anche quando sei circondato dall’affetto della famiglia e degli amici, ti senti veramente solo. La tua solitudine è legata al fatto che in sostanza il peso della malattia sei proprio tu a doverlo sostenere e che sebbene gli altri ti invitino ad essere fiducioso e pieno di speranza, la “paura” sei tu che la vivi. Persino quando la malattia viene superata, spesso la paura diventa la tua “prigione”.
Dalla persona attiva e piena di progetti cui eri finisce col vivere una vita statica e quasi sospesa in cui come persona malata senti di essere un peso e causa di sofferenza per le persone più care, per cui il tuo male fisico e ancor più psichico, finisce col far ammalare tutto il nucleo familiare e affettivo in cui vivi.
Tuttavia durante questa storia travolta dalla tempesta della malattia, ti capita di intessere una rete di relazioni umane che ti fanno capire che non sei solo nel vivere questa esperienza, che il male fisico che provi lo vivono anche altre persone, che le preoccupazioni e la paura le vivono anche altre persone e che tutto questo è normale nella tua condizione.
La tua “sofferenza” per quanto sempre carica di mistero e difficile da accettare e da portare, nel momento in cui la condividi con chi ti capisce con il semplice sguardo o anche con un profondo silenzio, diventa meno pesante.
Allora ricominci a sentirti, pur se in una situazione non ordinaria, normale e cerchi di riprendere le redini della tua vita.
Non ritorni a vivere le vecchia vita, ma ritorni a vivere una vita nuova della quale assapori tutto il suo gusto più bello e capisci che niente e nessuno, nemmeno la malattia stessa può impedirti di viverla a pieno.
La nostra associazione proprio in quest’ottica spera di rafforzare e formalizzare questa rete che di fatto esiste già tra molti di noi e pertanto vuole utilizzare questo momento, che non deve rimanere fine a se stesso, per invitare ulteriormente altri soggetti a far crescere questa rete di solidarietà. A tal proposito, da pochi giorni come Associazione abbiamo costituito una pagina face book che può essere la nostra sede virtuale di incontro per scambiarci notizie, comunicarci emozioni, segnalare disservizi, proporre iniziative. Ovviamente il nostro invito è rivolto a tutti indistintamente: persone direttamente colpite dal problema, persone non direttamente interessate, operatori sanitari, istituzioni. Ognuno nella propria condizione specifica può diventare fonte di aiuto e ricevere esso stesso aiuto nella prospettiva di una crescita collettiva.
L’associazione intende, poi, continuare nella sua funzione di osservatorio civico che deve sollecitare le istituzioni preposte a migliorare i servizi offerti ai pazienti oncologici al fine di alleviare la fatica già gravosa della malattia.
In ultimo, ma non per importanza, l’associazione si propone di continuare in modo sempre più attivo, nell’azione di informazione e prevenzione.
Vorrei concludere questo mio intervento menzionando due miei ricordi, il ringraziamento di un malato per il semplice fatto di aver ricevuto le nostre parole di vicinanza e condivisione nella sua difficoltà di prenotazione di una semplice Tac nei tempi previsti dal decorso delle terapie e l’insegnamento di una persona a me cara di nome Giulia che a pochi giorni dalla scomparsa mi ha dimostrato come si possa continuare a progettare la propria vita, senza mai perdere la fiducia e la speranza. Entrambe le persone hanno rappresentato alcune di quelle relazioni umane senza le quali oggi non sarei qui e non avrei potuto realizzare, insieme ad altri miei compagni di viaggio, questa serata che mi auguro possa essere una tappa fondamentale nella storia della nostra associazione e della vita di tante persone.
IL PRESIDENTE Prof.ssa Antonia BORRELLO
LE FOTO DEL CONVEGNO
Grazie è l’unica parola che ci sentiamo di dire dopo il convegno tenutosi alle opere parrocchiali “G. Pulignano” venerdi 21 gennaio. Un convegno dal tema difficile e nello stesso tempo sentito e profondamente scavato nel cuore di molte persone per aver vissuto direttamente ed indirettamente una storia di cancro. Nel convegno abbiamo cercato di parlare di Cancro in un modo accessibile a tutti e nello stesso tempo lo abbiamo analizzato sotto i vari aspetti della persona. Dunque il nostro grazie va ai relatori: il Dott. Antonio RINALDI, oncologo del reparto di oncologia di Castellaneta, la Dottoressa Domenica CAFORIO, psicologa presso lo stesso reparto e al Mons. Alessandro GRECO, Direttore dell’Istituto Superiore di Religione “Guardini” di Taranto. Sono stati questi, che con la loro grande professionalità e umanità, ci hanno condotto nel labirinto di questo male del quale spesso stentiamo a pronunciarne il nome. Ancora grazie a tutte le associazioni locali che hanno risposto al nostro invito, ai rappresentanti istituzionali come il consigliere provinciale Carmine Montemurro, l’assessore provinciale Vito Miccolis, l’assessore comunale Elisabetta Di Sarno ed i consiglieri comunali Michele Amatulli, Vito Cervellera, Giuseppe Catucci e Salvatore Pucci, ma soprattutto a tutta quelle persone che hanno sentito spontaneamente la necessità di essere li presenti. Inoltre grazie a quanti hanno permesso la buona riuscita del convegno e mi riferisco alla farmacia del Dott. Giacovazzo, alla Società Italia Sicurezza e Lavoro di Tommaso Laera, ai responsabili dei siti web locali che hanno costantemente informato gli utenti della nostra iniziativa (mi sia consentito ringraziare in maniera particolare il Sig. Pinuccio Favale e il Sig. Mario Liverano per aver dimostrato una grande sensibilità e collaborazione nei nostri confronti), agli amici Carmine e Rocco Scarano di “Ciak Foto Video” di Palagiano, al Sig. Michele Castellano ed al suo staff della tipografia “Graphics” di Palagiano la cui frenetica attività per la nostra associazione è andata al di la della semplice prestazione professionale ed all’azienda agricola di Orazio Misciagna. Un grazie particolare, inoltre, a Don Rocco Martucci per l’ospitalità nella struttura delle opere parrocchiali e nella sua sincera disponibilità. Se nel ringraziare abbiamo dimenticato qualcuno o abbiamo mancato in qualcosa ce ne scusiamo anticipatamente.
RispondiEliminaInformiamo che appena pronto il materiale e gli atti relativi al convegno, provvederemo a renderli disponibili sui siti internet locali e sulla nostra pagina face book “As Echeo”, così come avremo cura di pubblicare le risposte ai numerosi quesiti che sono stati posti nel corso della serata ai relatori, ma che per mancanza di tempo sono rimasti inevasi.
Noi abbiamo creduto fortemente in questo evento, speriamo di essere riusciti nel nostro intento ovvero quello di trattare un tema così delicato lasciando un messaggio di speranza. Se siamo riusciti a raggiungere il cuore anche di una sola persona possiamo pensare che tutti i nostri sforzi non sono stati vani.
Palagiano, 22 gennaio 2011
IL PRESIDENTE
Prof.ssa Antonia BORRELLO