CORSA CONTRO IL TUMORE AL SENO
BARI 29 MAGGIO 2011
Anche noi dell’Associazione Echèo Onlus di Palagiano, eravamo presenti a  questo importante appuntamento svoltosi  a Bari insieme all’Associazione Andos di Taranto.  Tante le donne presenti ed in particolare tante le donne malate di tumore al seno: una nuvola rosa che  ha riempito le strade di Bari. Ricorderemo questa giornata per essere stata vissuta nel segno della condivisione e nel segno della partecipazione intesi questi due termini nel loro vero significato: la condivisione,  dividere con, ovvero dividere con gli altri le proprie speranze e le proprie storie di vita; la partecipazione,  ossia prendere parte, ovvero essere parte di qualcosa o di qualcuno, quindi essere tutti uno solo, tutti una sola storia, tutti una sola speranza.
Emozionante il nostro incontro con Rossana Banfi, anche lei tra di noi ad essere in prima linea nella lotta contro il tumore al seno.  Con cordiale affabilità ha ascoltato quanto gli abbiamo raccontato circa la nostra esperienza come Associazione Echèo e quanto ancora abbiamo da testimoniare, rivendicare e lottare perché ogni sforzo sia mirato a sconfiggere il male del secolo.


 DI CORSA CONTRO IL TUMORE AL SENO
 
Il 29 maggio 2011 Bari ospita la 5^ edizione della “Race for the Cure” (gara per la cura) organizzata dalla Susan G.Komen Italia. Si tratta di una corsa di 5 Km e passeggiata di 2 Km che è anche una festa di solidarietà che coinvolge famiglie, scuole, aziende, atleti e “sportivi della domenica”. Il Reparto di oncologia dell’Ospedale di Castellaneta sta organizzando un gruppo per partecipare a questo evento. I malati, gli amici, i parenti, tutti quanti sentono il desiderio di esprimere la propria vicinanza, sono invitati a partecipare in uno slancio di solidarietà in quanto il ricavato ed i fondi raccolti per l’occasione saranno devoluti per il finanziamento di nuovi programmi volti alla promozione della prevenzione e della diagnosi precoce, al recupero del benessere psico-fisico delle donne operate, all’aggiornamento continuo degli operatori sanitari e all’acquisto e donazione di apparecchiature di diagnosi e di cura.
Noi dell’associazione Echèo Onlus di Palagiano saremo presenti e vorremmo coinvolgere quanti vorranno trascorre una domenica all’insegna della solidarietà e del ritrovarsi insieme.
Chiunque voglia aderire all’iniziativa può rivolgersi direttamente al reparto di oncologia, contattare la Dott.ssa Psicologa Domenica Caforio al numero telefonico 09984446588 entro e non oltre il 20 maggio prossimo.
          IL PRESIDENTE
Prof.ssa Antonia G. Borrello 

LO SCHINDLER ITALIANO


Ci piace a noi dell’associazione Echèo di Palagiano in occasione della Santa Pasqua raccontare una storia vera, una di quelle nate per colpire la nostra coscienza e di farci capire qual è il senso vero della solidarietà, quella solidarietà che raggiunge il limite più estremo come quello di rischiare       o dare la vita per  il prossimo.
(articolo tratto dal mensile “Focus” n° 222 di aprile 2011)
Durante la guerra civile in Ruanda, il Console onorario italiano Pierantonio Costa, oggi di 70 anni, ha salvato 123 italiani, 500 ruandesi oltre ad un migliaio di bambini.  Rischiando la propria vita e spendendo, di tasca propria, oltre 300 mila dollari, il Console Costa era a Kigali il 6 aprile del 1994 quando scoppiò la guerra fra Hutu e Tutsi che in solo 3 mesi fece un milione di morti.
Il Console Costa è nato a Mestre e nel 1954 si trasferì prima in Congo, dove il padre aveva piantagioni di arance e caffè, poi emigrò in Ruanda dove aprì altre imprese nella cui nazione divenne console onorario.
Così risponde ad un giornalista che li chiedeva:  “Cosa l’ha spinta a mettere a rischio la sua vita per salvare gli altri?”, egli rispondeva: “ Svolti i miei compiti di console, avrei potuto starmene a prendere il sole sul lago di Tanganica, invece dal Burundi, dove mi trovavo, rientrai in Ruanda: lì c’era quello che avevo costruito come imprenditore. Ma, soprattutto c’erano i ruandesi, i miei dipendenti, gli amici, i religiosi italiani che avevano scelto di rimanere. Molti erano Tutsi e se fossero rimasti lì sarebbero stati uccisi; 15 di loro stettero nascosti nella mia vecchia casa fine alla fine del conflitto. ….. Mi resi conto che, nonostante gli scontri in corso, spostandomi da un luogo all’altro, grazie alle mie conoscenze, era possibile. E così lo feci. Arrivavo e ripartivo dal Burundi.”
Ancora il giornalista che li chiede: “ come avveniva il salvataggio?”
Risponde il console:  “giravo sempre vestito allo stesso modo, per essere meglio riconosciuto... L’auto, un fuoristrada, era tappezzata di bandiere italiane. Più che le dogane, il problema era i posti di blocco dei miliziani… Ogni volta dovevo convincerli a lasciarci passare. Avevo soldi di taglio diverso nelle tasche, se occorreva lasciavo mance da 100 a 100.000 franchi ruandesi. La mancia andava data nella misura giusta: con troppo si rischiava di essere ammazzati perché volevano derubarti, con poco non si passava….
Chiede di nuovo il giornalista: “Chi poteva fare di più per fermare il genocidio in Ruanda?”
Risponde: “Sia l’ONU che i governi, ma questo avrebbe implicato il rischio di avere vittime fra i propri rappresentanti. E nessuno ha voluto correrli.”.
Costa, riprende e commenta: “ nei mesi di guerra andai all’orfanotrofio di Nyanza dove c’erano 400 bambini ed ogni giorno il numero aumentava. Altri 700 erano in un campo della Croce Rossa a Butare. Li ne feci caricare 375 su tre minibus e li portai fuori dal Paese. Era il 4 giugno, Dopo 4 ore passate alla dogana, anche l’ultimo bambino sulla lista aveva superato la sbarra. Il colonnello che ci aveva accompagnato, un amico, mi feci capire che quello doveva essere l’ultimo viaggio e così fu: se fossi rientrato in Ruanda sarei stato ucciso.
Il giornalista conclude l’intervista con questa ultima domanda: “E’ stato nominato “giusto” come Oskar Schindler. Lo rifarebbe?”.
Risponde il console: “Certo, perché, come allora, la mia coscienza me lo chiederebbe; è sempre giusto opporsi alla barbarie. Quando mi hanno proposto l’onorificenza ho risposto che il primo dei “giusti” era stato messo in croce. Altri hanno dato la vita, io, invece, sono ancora vivo”.
Una storia vera, che a noi ha riempito il cuore,  e che ci invita ad essere noi cristiani esempio vero di solidarietà verso il nostro prossimo, che sia esso oggi un rifugiato per causa della guerra o per la miseria, che sia un emarginato dalla società, che sia un povero, che sia un malato che vive in solitudine, che sia un anziano lasciato solo…….
L’ASSOCIAZIONE ECHEO ONLUS PALAGIANO

LA LOGICA DELLO SCARICA BARILE VALE ANCHE NELLA NOSTRA REGIONE ?

Dopo aver assistito inermi alla “forzata”  chiusura degli ospedali di Massafra e Mottola, ci accorgiamo solo adesso della grande sperequazione che è stata fatta nei confronti della zona occidentale della provincia di Taranto. Il Sindaco ha citato tanti numeri , ma quei numeri sono persone in carne ed ossa  che attendono di trovare nella “Politica” le risposte al proprio diritto alla salute.  Riteniamo che il diritto alla salute sia il diritto assoluto per eccellenza al pari di quelli relativi alla libertà ed alla dignità dell’uomo.
La dove la “Politica” non riesce a dare le giuste risposte o peggio ancora rimane inerme di fronte alla strapotere dei  “numeri” , vuol dire che essa ha fallito il suo ruolo e il suo mandato di fronte al cittadino che reclama, anzi URLA,  maggiore  attenzione verso la propria salute.
Non basta gridare, giusto per l’occasione, il proprio sconcerto e la propria indignazione, occorre quando si tratta di difendere la salute (vale a dire la vita) utilizzare ogni mezzo per evitare la deriva alla quale sta andando sempre più incontro  la sanità nella nostra Provincia.
Abbiamo assistito a forme plateali di protesta di alcuni Sindaci della nostra zona occidentale, con dimissioni prima annunciate e poi ritirate. Si tratta, a nostro avviso, di avere una voce sola e di agire con durezza anche con forme più eclatanti di protesta.
Noi come associazione di malati faremo la nostra parte. Pensiamo alla costituzione di una consulta delle associazioni che si occupano del diritto alla salute con il preciso compito di denunciare, attraverso varie forme,  i responsabili di questa deriva e, qual’ora necessario, di scendere in campo con forme di protesta appropriate.
La nostra associazione ha posto la sua attenzione, sin dalla sua nascita, su quelle che sono le deviazioni strutturali della nostra sanità mettendo al primo posto della sua attività ogni azione mirante alla tutela dei malati ed in particolar modo dei malati oncologici, connotandoci con iniziative che hanno avuto come spirito unificatore quello della valorizzazione delle risorse umane presenti nei nostri ospedali.
Per tale ragione abbiamo stretto sempre più il nostro rapporto con il reparto di oncologia dell’Ospedale di Castellaneta diretto magistralmente dall’ottimo Dott. Rinaldi.
Un reparto, quello di Oncologia, che ha registrato nel 2010, nelle varie FASI della malattia neoplastica,  oltre 1200 pazienti di cui 416  Tumori  della mammella, 98  Tumori del polmone, 5   Mesoteliomi, 245  Tumori del colon-retto, 49  Tumori della prostata, 23  Tumori della vescica, 42  Tumori cute e melanomi,  14  Sarcomi, 24  GIST, 14  Tumori  del pancreas, 40  Tumori  dello stomaco, 50  Tumori dell’ovaio, 28  Tumori dell’utero, 18  Tumori del testicolo, 12  Tumori del fegato, 50  Tumori del  rene, 22  Tumori del testa-collo, 13  Tumori cerebrali, 8  Tumori  Vie biliari, 19  Tumori  ematologici, 10 Tumori occ, 11  Tumori  neuroendocrini.
I pazienti presi in carico nel solo 2010, sono stati oltre 350  :    68  tumore della mammella,  56 tumori del colon retto, 10 GIST,  4 sarcomi,  45 tumori del polmone, 13 tumori del rene, 10 tumori della prostata,  11 tumori della vescica,  6 tumori del testicolo,  7 tumori del cervello,  , 12 tumori dello stomaco, 8 tumori del fegato, 5 tumori del pancreas e VB, 22 tumori ginecologici, 12 della cute, 9 tumori del testa-collo, 5 tumori occulti, 2 neuroendocrini  ecc.
Globalmente  sono state eseguite  2131  visite specialistiche ambulatoriali   e  87  stesure di piani complessi e  sono state erogate oltre 470 prestazioni in regime ambulatoriale.
262 pazienti sono stati ricoverati  in regime di D.H.  per un totale di  3101 giornate prevalentemente per  chemioterapie , ma anche per biopsie diagnostiche e introduzione di CVC e valutazioni  e prestazioni complesse pluridisciplinari.
Sono questi i veri numeri  “raccapriccianti” che dovrebbero essere messi a conoscenza di chi deve fare le scelte di opportunità.  Si decide, invece, con il sistema puramente “ragioneristico”  e con tagli lineari, che il fondo per la spesa farmaceutica di reparto sia bloccata a quella dell’anno precedente. E già, se ad esempio a luglio del 2011 si dovesse già coprire l’intero costo farmaceutico del 2010 allora si deve bloccare tutto, non si potranno fare più le cure chemioterapiche, non si potranno più prendere in carico nuovi pazienti, ecc, ecc.  I nostri Manager sanitari, evidentemente, sono convinti che l’incidenza dei tumori nella nostra provincia sta sempre più riducendosi  e che quindi i tagli sono più che giustificabili.
Non parliamo, poi, della cronica situazione del personale precario del reparto, la sempre più paventata ipotesi della riduzione di organico (da due medici si passerebbe ad un solo medico) e, ciliegina sulla torta, il numero dei posti letto per il Day Hospital passerebbe a solo due posti.
Il miracolo è compiuto, si è sconfitto finalmente il Cancro. Li dove non ci è riuscita la ricerca e la sperimentazione, ci sono riusciti i tanti ragionieri (con tutto il rispetto per i veri ragionieri) della sanità Tarantina e Pugliese in generale.
Sappino, lor signori, che noi, a differenza di chi in questo momento voglia solo  cavalcare demagogicamente il disappunto dei cittadini, non abbandoneremo mai i nostri malati al loro destino, alle loro angosce, alla loro solitudine e nella loro impossibilità a combattere verso uno Stato che li ha praticamente abbandonati .
Invitiamo tutti, le Istituzioni a noi vicine, e te Sindaco, perché diventiate una voce sola, libera da ogni compromesso e da ogni schema ideologico, ma ricca di “Umanità” di vicinanza e di solidarietà verso quanti soffrono e vivono storie di malattia, senza “se” e senza “ma”.
L’Associazione “Echèo” ONLUS Palagiano.

IL PIANO DI RIORDINO OSPEDALIERO: L'INGIUSTIZIA E' FATTA!


L’Associazione Echèo di Palagiano, ha più volte denunciato a mezzo stampa quale sia ormai lo stato della sanità nella nostra provincia di Taranto.
Di fronte all’atteggiamento silente per mesi delle nostre istituzioni, abbiamo levato forte la nostra protesta per denunciare lo stato reale in cui versano i nostri ospedali e quali siano le condizioni dei servizi offerti ai cittadini.
Noi per prima e sulla nostra pelle, ne sentiamo gli effetti, tanto che in molte occasioni abbiamo esposto le nostre proposte senza che, ovviamente, siano state accolte.
Le nostre proposte sono sempre le stesse. Ci sono due fasi nella vita di un malato oncologico: la prima fase è quella della scoperta della malattia, dell’affannosa ricerca del miglior specialista e quindi l’intervento chirurgico e le terapie chemioterapiche e radioterapiche. C’è anche una seconda fase, che qui vogliamo rimarcare con una certa decisione, ed è quella della routine dei controlli e degli esami specialistici successivi. Abbiamo ricordato che spesso al malato vengono raccomandati dei controlli a scadenza prefissata. Il malato quindi deve peregrinare dal proprio medico di famiglia ed impostare tutte le visite specialistiche in modo che queste siano pronte per la visita oncologica successiva.
Sarebbe stato sufficiente che lo stesso medico specialista ASL potesse in sede di visita, operare le opportune prenotazioni mediante il sistema CUP, tali da garantire, attraverso un programma appropriato, date certe evitando così al malato le stressanti  attese e preoccupazioni tanto più che esso è già soggetto psicologicamente provato.
Ma rispetto a quanto sta succedendo in ordine al piano di riordino ospedaliero questi aspetti diventano bazzecole considerando che in qui in gioco non sono i servizi ma bensì i reparti ovvero quei luoghi in cui una persona malata di cancro si misura  quotidianamente tra la vita e la morte, tra la speranza e la disperazione.
Se poi quel reparto, con tutto il suo carico di personale medico e paramedico, di esperienze, di buona sanità, di rapporti umani e di solidarietà, è a rischio chiusura in quanto soggetto alla scure dei tagli previsti dal piano di riordino ospedaliero, allora stiamo rasentando la pazzia più pura, e tutto questo avviene nella zona occidentale della provincia di Taranto che, dopo aver pagato e continua a pagare il prezzo in termini di vite umane più alto per malati di tumore a causa anche dell’inquinamento, continua a rimanere la cenerentola della sanità pugliese.
Ieri (20.04.2011 n.d.r.) abbiamo assistito all’ennesimo atto di quello che consideriamo la prova evidente di quanto le istituzioni siano veramente lontano dai malati. Alla conferenza dei servizi organizzata per l’avvio dei lavori del San Raffaele a Taranto, il Governatore Vendola ha stigmatizzato la fronda degli oppositori al piano di riordino ospedaliero. I Sindaci della zona occidentale di Taranto, per protesta, non hanno partecipato alla conferenza dei servizi. Insomma tutti contro tutti. In questa che a noi sembra solo una guerra fredda fatta con comunicati e prese di posizioni, non potremmo che aspettarci un solo risultato: NULLA.
Nullo sarà infatti tutto quello che nasce da semplici speculazioni politiche e demagogiche. Abbiamo apprezzato quello che i Sindaci della zona occidentale stanno facendo, apprezziamo anche gli interventi dei consiglieri regionali Lo Spinuso e Sala. Ma è tutto un colloquio tra sordi. Invitiamo, ancora una volta, di mettere da parte le vostre (presunte) differenze e di unirvi in una battaglia comune per evitare il baratro.
Occorrono azioni serie e concrete che mirano alla modifica, sia pur parziale, del piano anche attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare, dove il termine di confronto per stabilire i giusti requisiti per assegnare i reparti ed i posti letto siano quelli come l’incidenza sul territorio (rappresentato geograficamente come la distanza tra la residenza del cittadino ed il luogo di cura) delle varie malattie, quella oncologia in particolare, come il rapporto tra servizi offerti prima e dopo il piano di riordino ospedaliero che deve rimanere evidentemente lo stesso, come il tasso di migrazione sanitaria che deve essere completamente assorbito dalle strutture sanitarie locali.
Solo unendo le sinergie, i potenti apparati politici ed amministrativi di cui sono portatori i sindaci ed i consiglieri regionali, si può veramente prevedere un risvolto positivo alla nostra vertenza.  
Noi dal canto nostro continueremo a dare battaglia in quella che è una prova di civiltà ma anche di sopravvivenza per molti e non faremo “sconti” a nessuno qualora ci accorgeremo di atteggiamenti strumentali che non abbiano invece a cuore le legittime aspettative dei malati.
L’Associazione Echèo Onlus Palagiano

L’ASSOCIAZIONE ECHEO ONLUS DI PALAGIANO RICORDA CHE OGGI 18 FEBBRAIO E’ LA IX GIORNATA MONDIALE CONTRO IL CANCRO INFANTILE


Oggi si ricorda la IX Giornata mondiale contro il cancro infantile. Per l’occasione a Roma, in Campidoglio, si terrà un convegno  dal titolo “Combattere i Tumori Infantili: le Sfide del Futuro”. Genitori e medici, strettamente uniti in un’alleanza globale, s’incontrano per rinnovare il programma di prevenzione e cura dei tumori dell’età pediatrica, una collaborazione che nel tempo ha raggiunto la copertura territoriale a livello nazionale. Il convegno, vedrà la partecipazione di relatori di chiara fama invitati ad illustrare lo stato dell’arte dell’onco-ematologia pediatrica in Italia, con l’obiettivo di trattare l’argomento non solo dal punto di vista dell’attualità medico-scientifica ma anche di gettare le basi per sviluppare programmi di ricerca e interventi psicosociali estesi alla terapie di supporto e alla terapia palliativa.
La IX Giornata Mondiale contro il cancro infantile, promossa in 78 paesi nel mondo, rappresenta l’occasione annuale per ribadire l’impegno dei genitori italiani nella lotta contro i tumori infantili, nella promozione della cultura della prevenzione e della tutela dei diritti del bambino malato e della sua famiglia. Ogni anno si ammalano in Italia circa 1500 bambini-ragazzi con un incremento annuo di nuovi casi valutato tra l’1,5 e il 2%.
Alleghiamo qui una sintesi su quello che è oggi in Italia il problema dei tumori infantili curata da Giorgio Dini, Presidente Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica (AIEOP), da Roberto Rondelli,  Responsabile Gruppo di Lavoro Epidemiologia e Biostatistica AIEOP e da Giuseppe Basso, Presidente Fondazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica.

A seguito di recenti pubblicazioni sull’aumento dei tumori pediatrici in Italia, e sul ruolo che fattori ambientali sembrano avere su questo fenomeno, riteniamo opportuno fare alcune precisazioni, tenendo conto del fatto che i tumori pediatrici, seppur rari, hanno un grande impatto psicologico, sociale ed economico.

1. Le dimensioni del problema possono essere sintetizzate dall’osservazione che oggi una
persona su 600 si ammala di tumore nei primi 15 anni di vita; due su tre guariscono;
pertanto un adulto su 800 è una persona guarita da tumore sviluppato in età pediatrica.

2. Gli oncologi pediatri italiani, come quelli di tutto il mondo, sono impegnati nello studio dei meccanismi che portano alla trasformazione tumorale.

3. Decine di studi sono stati condotti a partire dagli anni ’50 in Europa, negli Stati Uniti e in
altre regioni del mondo per chiarire quali siano le cause di queste neoplasie, ma i risultati sono ancora estremamente limitati e talora discordanti: le conoscenze attuali permettono di affermare che solo il 5-6% dei tumori pediatrici ha una chiara origine genetica, e che meno del 3% ha una diretta correlazione con esposizioni ambientali (infezioni, agenti fisici o sostanze chimiche). Ne consegue che per oltre il 90% dei tumori, la causa è ignota. Una parte di questi casi forse potrà essere spiegata in futuro dall’interazione tra il particolare corredo genetico del singolo soggetto e l’ambiente (cibo, aria, farmaci, ecc).

4. Le cure dei bambini con tumore sono, invece, all’avanguardia ed anche la probabilità di
guarigione è molto più alta che per gli adulti. L’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (AIEOP) raccoglie oltre 50 centri clinici italiani in cui questi bambini sono curati. Si tratta di centri ad alta specializzazione dove, grazie all’impegno di medici, biologi ed infermieri specializzati, oltre il 70% dei bambini ammalati di tumore (oltre il 90% per le leucemie) oggi può ottenere la guarigione completa, quindi con risultati simili a quelli raggiunti nei paesi più avanzati.

5. In oltre 20 anni, i dati riguardanti 36.200 pazienti curati e 7.700 sottoposti a trapianto di
cellule staminali ematopoietiche, eseguiti in Centri AIEOP, sono stati riportati nel Registro dell’Associazione (Mod.1.01) e, da questi, aggiornati annualmente. Inoltre, più di 13.000 schede riguardanti persone, verosimilmente guarite da patologie oncologiche diagnosticate in età pediatrica, sono state riportate nel Registro dei ”Fuori terapia”. L’insieme delle informazioni raccolte ha consentito all’AIEOP, in collaborazione con i Registri Tumori Italiani e con i ricercatori interessati, di produrre numerosi articoli scientifici, che documentano i risultati raggiunti e l’elevato livello delle cure.

6. Un aumento dei tumori e delle leucemie pediatriche è stato segnalato in diversi paesi ma non con le stesse modalità. In Italia i dati dei registri tumori, che coprono circa il 30% della popolazione italiana, confermano, in effetti, un incremento del numero di tumori pediatrici diagnosticati ogni anno. Negli ultimi 10 anni questo incremento è stato stimato essere dell’1,2 % annuo. Negli Stati Uniti un incremento fu segnalato negli anni ’70, ma non si è più osservato nelle statistiche più recenti. Nel 2004 la rivista scientifica Lancet pubblicò i risultati di un’analisi condotta sui dati di tutti i registri tumori europei che confermava un aumento. Due anni dopo un dettagliato rapporto occupava un intero numero della rivista European Journal of Cancer. Gli autori sostenevano, peraltro, che una frazione di questo aumento poteva essere dovuta ad una maggiore attenzione posta nella diagnosi dei tumori infantili, da parte dei registri tumori, e alla diffusione di tecnologie diagnostiche più sensibili ed accurate. La prima ipotesi è, quantomeno, improbabile: un tumore infantile è un evento particolarmente raro, ma, soprattutto, colpisce una fascia della popolazione che, solitamente, non si ammala di tumore, evento più atteso nella popolazione anziana. Ne deriva che sia il registratore sia il medico dovrebbero porre particolare attenzione a trascrivere e a codificare correttamente una diagnosi nel caso di tumore in un bambino. Tuttavia, la disponibilità di tecnologie sempre più moderne, potrebbe aver aumentato la capacità di riconoscere neoplasie difficili da diagnosticare, come i tumori cerebrali, o con un andamento biologico talora benigno, come i neuroblastomi del bambino molto piccolo. Queste variazioni potrebbero determinare un apparente aumento per alcune patologie.
Lo studio pubblicato su Lancet costituisce comunque un punto di riferimento essenziale perchè:

• in primo luogo si trattava di un grande studio multicentrico, finanziato dalla Comunità
Europea, che ha visto la partecipazione di una sessantina di registri tumori europei di popolazione di buona qualità, che prevedeva un controllo delle diagnosi ad hoc successivo, imposto dal protocollo del progetto;

• l’aumento è stato rilevante per tutti i tumori e pari all’1% annuo;

• le categorie diagnostiche responsabili di questo aumento sono risultate essere l’insieme dei tumori del sistema emo-linfopoietico e i tumori solidi, con l’eccezione dei tumori dell’osso, retinoblastoma e dei tumori epatici;

• l’aumento è stato osservato in tutte le macroaree europee considerate (Nord, Sud, Est, Ovest e Gran Bretagna e Irlanda);

• l’aumento più importante si è osservato nei bambini più piccoli (<1 anno) e negli adolescenti, seguiti dai bambini tra 1 e 4 anni, mentre, meno marcato, è risultato essere in quelli di età compresa tra 5 e 14 anni;

• un aumento particolare si è osservato per i tumori della tiroide, molto rari nei bambini, più frequenti negli adolescenti. L’incidenza era altissima in Bielorussia. L’alto livello era attribuito dagli Autori al “fallout” radioattivo per l’incidente di Chernobyl.
Come abbiamo già anticipato, i fattori di rischio studiati sono numerosi, ma le conclusioni sono ancora molto incerte. In particolare i fattori per cui è stato dimostrato in modo sicuro un aumento del rischio di tumori pediatrici sono le radiazioni ionizzanti (inclusa la radioterapia) che causano un ampio spettro di tumori ematologici e solidi ed un farmaco non più usato: il dietilstilbestrolo, che causa un rarissimo tumore della vagina (adenocarcinoma a cellule chiare). Molto maggiore è il numero di fattori su cui abbiamo dei sospetti, ma non delle certezze: fattori implicati sono il consumo di tabacco e alcol da parte della madre in gravidanza o prima, la dieta della madre in gravidanza, la professione dei genitori (per l’uso di sostanze cancerogene come il benzene, i pesticidi o altro), l’esposizione a gas di scarico (per il benzene) o a pesticidi, l’esposizione a campi elettromagnetici (questi potrebbero avere effetto anche sulla prognosi), le infezioni, l’immunodeficienza congenita o acquisita con farmaci, il virus di Epstain-Barr. Oltre a ciò, alcune condizioni genetiche predispongono di più ai tumori in età infantile o giovanile, così come una storia familiare di cancro. Inoltre, il criptorchidismo è una condizione che aumenta il rischio di tumore del testicolo, più frequente negli adolescenti e nei giovani adulti. AIEOP ha promosso ed ha reso possibile lo studio epidemiologico multicentrico italiano SETIL sulle cause delle leucemie, dei linfomi non Hodgkin e dei neuroblastomi. Le analisi dei dati sono in fase molto avanzata ed i risultati sono di prossima pubblicazione e saranno messi a disposizione anche sul sito AIEOP.
Dal punto di vista preventivo, ricordiamo che alcuni di questi fattori sono cancerogeni noti, anche se a livelli di esposizione molto superiori rispetto all’esposizione comune per il bambino. Questa conoscenza è importante per ricordarci di evitare le esposizioni, anche accidentali, dei bambini ad agenti nocivi.
Nella possibile eziologia dei tumori può essere presente un’ interazione con altri fattori: in questi casi la popolazione da studiare deve essere, in termini numerici, veramente grande;
per questo gli studi devono essere il più possibile internazionali, e prevedere la partecipazione di più centri di ricerca. Sono studi più costosi, che necessitano di un impegno il più possibile pubblico, per non rischiare il conflitto di interessi. La Comunità Europea deve prendere un preciso impegno e, nei bandi importanti di ricerca, dovrebbe finanziare lo studio dei fattori di rischio per i tumori pediatrici. Le associazioni dei familiari e scientifiche dovrebbero spingere in questo senso.
 strategici e ad alta tecnologia, tra cui lo studio delle cause, la prevenzione e la cura dei
tumori infantili, che rappresentano un vero investimento sulla salute delle future generazioni.

E’ importante raccomandare:
􀂾 ai GENITORI una dieta appropriata, evitando alcol e fumo di tabacco, e un
allattamento al seno il più a lungo possibile;

􀂾 a TUTTI evitare le esposizioni ad agenti potenzialmente nocivi;

􀂾 agli operatori SOCIALI e SANITARI attenzione al criptorchidismo, alle condizioni di vita e di lavoro dei genitori. Insistere perché si promuova anche buona ricerca attraverso l’associazionismo.

Parlare di epidemie non solo è sbagliato ma è inutile e pericoloso potendo generare reazioni di panico non motivato. Problema reale sono invece le risorse che il SSN non investe specificamente sulla rete oncologica pediatrica nazionale, e di cui c’è bisogno impellente, per poter non solo mantenere i risultati fino ad ora ottenuti, (risultati definiti dal IHN Istituto Nazionale della salute americano uno dei più grandi successi della medicina negli ultimi 40 anni), ma di poter ancora aumentare la quota di bambini che guariscono.

L’Associazione Echèo Onlus Palagiano

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